uno scorcio del torrente Marmore in Valle D'Aosta |
Per questo 25 Aprile voglio raccontare la storia dei
Partigiani di “Marmore”, non quella di Bruno Zenoni, Pacchio, Faggetti e altri,
ma di una piccola formazione partigiana, la 101esima Brigata Garibaldina
“Marmore”, che ha operato in Valle d’Aosta. Marmore è la denominazione del
torrente che discende dal Breuil-Cervinia e che si butta nella Dora Baltea
all'altezza di Châtillon, nella valle del Cervino (Valtournenche). Si pronuncia
Marmòre, con l’accento sulla “o” e la “e” finale alla francese.
la Brigata Marmore - di spalle il comandante Tito |
La 101esima Brigata Marmore, comandata da Celestino Perron
detto « Tito », un reduce della campagna di Russia, prende il nome appunto
dall’omonimo torrente (lungo appena 30 km ) e
venne fondata tra maggio e giugno del 1944, come Banda Partigiana
autonoma. Facevano parte della Brigata elementi provenienti dai paesi della
valle, fondovalle e circondario. La
Marmore nasce da una scissione della Banda della Suelvaz,
grazie alla determinazione di Tito e altri sei compagni che lo seguiranno
presso La Magdeleine ,
all’alpeggio Les Crous, dando vita al primo nucleo della banda. Da sei
componenti la banda in poco tempo aumentò di numero, arrivando a quasi duecento
uomini armati, sconfiggendo prima di tutto la diffidenza dalla popolazione
locale, dovuta al difficile momento storico che si stava attraversando. Nel
giugno del 1944 anche i Carabinieri del presidio di Valtournenche si uniranno
al gruppo comandato da Perron. Ben presto Tito e compagni conquisteranno i
presidi di Cervinia e Fiéry controllati dagli austriaci. La banda fu una
formazione autonoma, non collegata a nessun partito del CLN e contraria ad una
eventuale annessione della Valle d’Aosta alla Francia. Sull’esempio di alcune
repubbliche partigiane, Tito istituì un servizio sanitario e di polizia a
servizio della popolazione della valle, insieme ad una rete radiofonica e
telefonica. La Marmore
conquistava così sempre più la fiducia
dei valdostani, addirittura la popolazione di Ajas chiese di poter far
rientrare il suo territorio sotto il controllo della banda, definita poi una
delle migliori della regione. L’efficienza della banda sarà però scardinata da un rastrellamento tedesco
nell’ottobre del ’44 che causerà la morte di tredici componenti del gruppo e lo
sparpagliarsi di quasi tutti i suoi membri, ponendo fine ai sogni di libertà e
democrazia che guidavano l’azione dei combattenti della formazione valdostana.
Agli inizi del ’45 però Tito e compagni si riorganizzeranno, fondando la 101esima Brigata Garibaldina “Marmore”, grazie alle armi
avute dagli alleati in Francia e all’appoggio del CLN di Torino. Il 27 aprile
del 1945 la Marmore
prepara quindi l’offensiva finale (arrendersi o perire!) : Tito dispone il
grosso della 101esima sui due versanti del torrente Marmore, a monte di Châtillon, ove vi è un forte presidio
tedesco-ucraino. Durante la notte vi sono delle trattative, infruttuose, con
due ufficiali. La mattina seguente, nel timore che vengano fatti saltare i
ponti, inizia un intenso fuoco con mitragliatrici e mortai contro il castello,
sede del comando del presidio. Per qualche tempo vi è uno scambio di colpi, poi
i nazifascisti fanno sapere ai partigiani che se il fuoco non cessa, verranno
effettuate rappresaglie sulla popolazione e sul paese. Il comando della
101esima replica che interromperà le operazioni solo se il presidio abbandonerà
il paese. Così avviene e la brigata potrà poi occupare Châtillon, dove partirà poi una colonna
diretta ad Aosta per liberare la città.
La nostra Marmore, in Umbria, era già libera da quasi un
anno e da poche settimane trecento volontari ternani avevano partecipato al
passaggio della Linea Gotica contribuendo alla Liberazione di Alfonsine, vicino
Ravenna. Otto di loro caddero durante i combattimenti lungo il Senio e
Conti Menotti, marmorese classe 1925, perse una gamba nei pressi di Chiavica
Pedone, su una mina piazzata dai tedeschi. Finalmente, dopo il 25 Aprile 1945,
finirà un ventennio di lutti e dolori e sboccerà la primavera più
bella per tutti, da Nord e Sud, per i marmoresi ternani e per quelli
valdostani.
Fonti:
-
Roberto
Nicco “La Resistenza
in Valle D’Aosta” Ed. Musumeci
-
Corpo
Volontari della Libertà – zona Valle d’Aosta – Formazione autonoma “Tito”,
relazione firmata dal Comandante Celestino Perron (Tito) e dal commissario
Ettore Volpe, Valtournanche 20 giugno 1945 ( Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e
della Società Contemporanea “Giorgio Agosti”)